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PENSATECI: com'è possibile che andare al cinema o al ristorante per un paio d'ore, un paio di volte al mese, sia più pericoloso che andare al lavoro o a scuola in presenza, quindi di attività che impegnano decine di milioni di persone ad andare in strutture ma dove staranno con altre centinaia di persone per 5/8 ore e più ogni giorno, tutti i santi giorni e per anni? Non sono paragonabili queste situazioni tra loro, è certamente molto più pericoloso il mondo del lavoro e della scuola in presenza, ma se i governi del mondo, in questo contesto di emergenza, non possono bloccare o trasformare il mondo del lavoro e dell'istruzione, devono bloccarci altrove se vogliono gestire il problema.

IMMAGINATE: se alla fine del primo lockdown tutto quello che stavamo già facendo da remoto avessimo continuato a farlo da remoto? probabilmente avremo ripreso ad uscire finalmente di casa come abbiamo fatto, ma senza ritrovarci ora, a distanza di sei mesi di nuovo in emergenza, sottoposti fin da ottobre a interventi restrittivi sempre più pesanti. Certo ai grandi centri commerciali avremmo dovuto dire addio -ma ora dovremo farlo comunque perché sono infrastrutture che portano assembramenti in ogni situazione- certo gran parte dei nostri acquisti si sarebbero fatti on-line ma magari vedremmo nascere una piattaforma e-commerce nazionale per queste attività, e probabilmente i negozietti di prodotti "non originali" a basso costo spariranno e del resto non avrebbero più senso di esistere, e tanto altro cambierà pesantemente ma non saremo relegati in casa in cambio di andare in ufficio o a scuola in presenzaperché questo è il punto.

Non so quante volte l'ho ripetuto, scrivendone anche alle istituzioni sui canali che ho potuto utilizzare (e ora qualcuno inizia a darmi ragione): la scuola in presenza di ogni ordine e grado, così come tutto il mondo del lavoro in presenza è certamente fonte di un alto rischio di contagio, oggi da COVID19 domani da altro.

Poter fruire del proprio tempo "lavorativo" solamente in presenza ci rende fragili, un evento imprevedibile ma possibile come una emergenza sanitari, un terremoto o altro possono bloccarci tutti a tempo indeterminato. FINE DEI GIOCHI.

Con il 2020 abbiamo compreso che ogni attività obbligatoriamente in presenza la si dovrà considerare una attività a rischio, nel senso che costituiscono un rischio per le persone e nel senso che sono attività che rischiano di venire interrotte ad ogni evento "complesso".

Oggi 09 gennaio 2021, soffriamo ancora di limitazioni importanti delle libertà personali, sono una sofferenza e certamente ad un certo punto cesseranno. Sono limitazioni delle libertà indotte dall'emergenza sanitaria in questo caso, dalla pandemia e sicuramente riusciremo a far rientrare l'emergenza e a riprenderci le nostre libertà di movimento, ma questo non dovrà tradursi in un ritorno alla arretratezza, ad un mondo dove si accede al lavoro e allo studio come lo si doveva fare prima, quando le tecnologie e l'impreparazione della popolazione non permettevano alternative. 

Oggi sappiamo che imporre alle persone di rimanere rinchiuse in uno spazio limitato per molte ore al giorno, per molti giorni ogni anno è dannoso e non fa nessuna differenza se l'imposizione sia di rimanere chiusi in casa o chiusi in ufficio o in una classe, se è una imposizione della società pur in presenza dei mezzi necessari a fruire in modi differenti e più graditi e utili, questa è sempre una limitazione delle libertà personali.

Dobbiamo ricostruire le regole delle comunità umane.

Dobbiamo costruire un mondo dove le limitazioni delle libertà personali siano indotte solo dall'impossibilità di fare diversamente e non dal desiderio di mantenere una abitudine, dove tutte le attività in presenza -quindi a rischio- ricevano maggior tutela e gli venga assegnato un maggior valore proprio perché "a rischio" ma solo quando queste attività sono impossibili da svolgere in altro modo (ad esempio le attività legate alla coltivazione della terra, alla riparazione di mezzi o interventi edilizi o il settore dei trasporti e della distribuzione e lavorazione dei cibi e merci che non possono fermarsi). Dovranno essere attivati servizi a sostegno anche del mondo della ristorazione, del turismo e dell'intrattenimento perché questi settori, oggi lo sappiamo, comprendono attività in presenza che potrebbero essere interrotte in qualsiasi momento, e chi desidererà intraprenderle saprà di rischiare periodi di chiusura anche a tempo indeterminato.

Io non voglio un mondo che torni semplicemente a fare quello che faceva prima, voglio un mondo che impari a non ripetere gli stessi errori e che si attivi per fere le cose diversamente, PRIMA di ritrovarsi di nuovo in una crisi!

#LucaBoscardelli

*DOGMA: Principio che si accoglie per vero o per giusto, senza esame critico o discussione.

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